
Hikikomori
Pensare per linee significa sperimentare fughe che possono dirci molto sul noi stessi, sull'orientamento anche pratico delle nostre esistenze. Fra le mille linee che ci attraversano ce n'è una, la linea hikikomori, che lascia trasparire insidie e buchi neri che minacciano il nostro attaccamento alla vita. Va detto che dare un nome a una linea, individuarla, è già assumersi il rischio di rallentarne il movimento, d'invertirne la tendenza, di tradirla continua

Aristotele
L'incipit del quarto libro della Metafisica suona come il raggiungimento di un traguardo: "c'è una scienza che considera l'essere in quanto essere (estin episteme tis he theorei to on hei on)" (Met., 1003a, 20). Scienza che consiste, prima ancora che in una serie di apprendimenti discorsivi o dimostrazioni con annesse modalità di sviluppo, nell'esposizione di principî indimostrabili sui cui si fondano tutte le dimostrazioni, a tal punto da convincere e costringere ad ammettere preliminarmente tali principî chiunque voglia conoscere, agire, pensare o parlare. Aristotele incentra l'episteme nient'altro che sull'esposizione di uno ed un solo principio: "è impossibile che la stessa cosa, a un tempo, appartenga e non appartenga a una medesima cosa, secondo lo stesso rispetto (to gar auto hama hyparchein te kai me hyparchein adynaton to auto kai kata to auto)" (1005b, 19-20). Dell'imperturbata verità di questa formula è prova l'elenchos, la confutazione, l'effetto sortito in coloro che, proprio volendo negare il principio, non possono fare altro che servirsene continua

Segno
Il segno è cifra, tratto distintivo, prova che c'è la mano del disegnatore, di Barks, di Moebius, di Pratt, di Manara, di Pazienza. I segni così intesi e tutte le loro differenze non rimandano solo a questioni di stile per cultori e specialisti ma anche allo stile come questione a sé, ad un enigma proiettato oltre il disegno e l'arte. Non sempre un segno che si dice essere d'artista risulta poi legato ad una determinata mano, al disegnatore a cui lo si attribuisce, pensando di riconoscerlo. continua

Hegel
Se si crede che la dottrina di un filosofo debba stamparsi nella memoria, che a furia di ripetersela se ne possa neutralizzare la difficoltà o attestare la comprensione, è certo che di quel filosofo non rimarranno concetti ma opinioni isolate, parole slegate, formule vuote. Questo mostra Hegel nelle sue Lezioni sulla storia della filosofia, insegnandoci quanto la "filastrocca di opinioni" spacciata per storia della filosofia sia scollata dai problemi originari dei filosofi e quanto persino tra gli addetti ai lavori non ci si prenda più la briga di chiedersi se parole, formule e presunti sistemi attribuiti ai filosofi debbano veramente considerarsi loro. continua

Politica (I)
I racconti degli inizi dei filosofi, un po' come
gli aneddoti sulla loro morte e talvolta sui loro miracoli raccolti da Diogene
Laerzio, stuzzicano da sempre un pubblico che tuttora, quando un filosofo apre
parentesi sulla propria vita, si aspetta di ascoltare episodi come quelli libreschi
di cui è nutrito, dall'incontro folgorante con un maestro ai segni del talento precoce,
del bambino filosofo che chiede ai genitori come fare a non pensare o quanta
acqua c'è nel mare. continua

Hume
La frase Slip inside the eye of your mind – "scivola dentro l'occhio della tua mente" – apre Don't look back in anger, canzone degli Oasis investita di una simbolicità articolatasi negli anni su piani non solo musicali. Piani su cui è emersa poi la valenza edificante del pezzo, fusasi di recente col mito à la page della resilienza. continua

Centro
Prigionieri in catene marciano cotti dal sole, carcerieri incarogniti dall'arsura li scortano. Mosche turbolente, labbra secche, a guidare tutti c'è Saul a cavallo. Questo ebreo un po' altero, cresciuto da civis romanus nella provincia orientale, non si chiede come stiano i prigionieri. Morire di caldo sarebbe persino misericordioso per chi tradisce la Legge come loro. In questo Saul è più che intransigente. Fieramente agguerrito come l'antico re di cui porta il nome, si è fatto compiaciuto spettatore della morte di Kelil, dilaniato a sassate continua

PARADIGMI # 1
Deleuze
L'immagine che ci si fa del pensiero (di cosa significhi pensare, di quali siano i suoi fini e i suoi mezzi) impedisce di iniziare a pensare veramente. È, questa, una vera e propria questione di principio, un'aporia quanto mai insidiosa nel suo indurci a mancare il problema cui si riferisce come se, scoccate più frecce una dopo l'altra, mancassimo sistematicamente il bersaglio continua

© Afghan Whigs
ABOUT
Sub specie fabulationis
FABULAZIONI.IT più che un progetto è lo spioncino aperto su una fucina di concetti, sull'officina di chi ne popola le pagine con parole che sanno di primordi del pensiero, di visioni e memorie in statu nascendi, di suoni in fuga dal silenzio e di bagliori intermittenti nella tenebra. Parole che sanno d'inizio, insomma. Continua

I contenuti di questo sito sono distribuiti con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.